giovedì 8 novembre 2012

Alla ricerca della felicità: secondo yoga (Trataka)

Proseguiamo con la pubblicazione delle tecniche di yoga proposte dalla scuola, dopo quello pubblicato lunedì 5 novembre. Quanto segue è tratto dal libro di Valentino Giacomin: “Il peso dei pensieri e delle azioni”, Alice Project, Sarnath, India.

Il secondo esercizio proposto è conosciuto in India con il nome sanskrito di Trataka, la cui traduzione letterale significa guardare con attenzione. Si tratta di una meditazione molto semplice, ma potente, che viene (o veniva)  praticata in tutte le tradizioni religiose. Per secoli i Cristiani usarono concentrarsi su una luce (candela) oppure un simbolo sacro (croce) o un dipinto. I Sufi usavano uno specchio e si concentravano sull’immagine riflessa di una macchia di colore impressa nella loro fronte.
Chi soffre di insonnia, depressione e disturbi nervosi può trovare un efficace sollievo nel praticare questa meditazione. E’ particolarmente utile agli studenti perché  aiuta a migliorare la vista, a rilassarsi e a sviluppare attenzione, memoria e concentrazione nello studio.
La meditazione è molto semplice: scegliete un oggetto (alla scuola di Alice vengono proposti un punto sulla lavagna, oppure una candela accesa) che viene posto di fronte agli occhi. Guardate attentamente l’oggetto, senza battere le palpebre o muovere gli occhi. Dovete vedere e pensare solo l’oggetto di concentrazione. La mente va invitata a non passeggiare allontanandosi dall’oggetto di meditazione.

Quando gli occhi cominciano a lacrimare e la concentrazione diventa difficile potete chiudere gli occhi e continuare la concentrazione sull’immagine della candela. Questa viene chiamata Antar Trataka (Trataka Interna), una meditazione che aiuta a sviluppare la consapevolezza delle energie e forze sottili che “dormono” dentro di noi.
Nel nostro cervello ci sono dei centri particolari che racchiudono dei meravigliosi tesori (poteri psichici), ma ci vuole una chiave per aprire lo scrigno e far uscire il folletto che soddisfa i desideri. La meditazione Trataka (esterna ed interna) è una di queste magiche chiavi.

Come si spiega tutto questo?

Il nostro cervello nella vita quotidiana è continuamente bombardato da milioni e milioni di stimoli e impulsi che arrivano alle cinque porte dei sensi impegnando il cervello in un incessante e frenetico lavoro e dispendio di energie, che continua anche durante il sonno.
Trataka permette al cervello di riposare, in quanto viene drasticamente ridotto il flusso di stimoli nervosi inviato alle porte dei sensi. Con il progredire della meditazione, potremmo ottenere un completo controllo non solo sugli impulsi che arrivano al cervello ma anche sui quelli che partono dal cervello, diretti al corpo. Tutto questo permetterà di risparmiare un’enorme quantità di energia che potrà essere utilizzata per la nostra autorealizzazione.

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