domenica 3 febbraio 2013

Visita alla bendata Golden Rock

[Birmania]  Ieri, prima di prendere il solito assurdo autobus ”notturno” che parte alle 16 e arriva alle 4 di mattina a Bago, sulla strada per la Golden Rock, siamo andati a fare un giro in bicicletta fuori Nyaungshwe, fino alle colline della Red Mountain Estate, una tenuta vinicola fondata da un tedesco dove si producono vini di tutto rispetto: Cabernet, Sauvignon, Shiraz e Pinot Nouir. Con soli 2000 Kyat (meno di 2 €) ti offrono la possibilità di assaggiarli tutti e quattro comodamente seduti sulla veranda con una stupenda vista sul Lago Inle. Abbiamo assaggiato pure l’uva, che strano coglierla direttamente dalle viti in febbraio! 

Con il bus arriviamo a Bago in perfetto orario, ma non in città, bensì sulla strada principale ad oltre un’ora dal centro. Ci caricano su un pick up che fa da spola, uno di quei furgoncini con il cassone aperto adibiti al trasporto di merci e, se avanza spazio, anche delle persone. E’ ancora buio pesto, noi siamo vestiti come palombari per il freddo mentre i birmani sono in maniche corte e hanno le immancabili ciabatte ad infradito ai piedi, tutti siamo seduti su grossi sacchi di pannocchie ancora verdi.

Bago conta un numero elevato di monumenti religiosi tutti stravaganti. Un monastero che non ha niente a che vedere con i monaci è lo Snake Monastery dove vive un pitone di 120 anni, lungo 5 metri e largo 30 cm. E’ uno dei serpenti più grandi al mondo e totalmente innocuo, così dicono. Tantissimi pellegrini vengono a rendergli omaggio perché sembra sia la reincarnazione di un monaco di Hsipaw. Nel frattempo è uscito il sole e dobbiamo cambiare completamente il nostro abbigliamento, da quello invernale a quello estivo, con sandali e maglietta. Prendiamo finalmente l’ultimo bus di tre ore per Kinpun, ai piedi della Golden Rock.

A Kinpun troviamo subito una camera con bagno e prima colazione per 15$ alla Sea Sar Guest House. Visto che la roccia va vista verso il tramonto ce la prendiamo con calma e andiamo a mangiare, purtroppo troviamo i soliti fried noodles vegetable. La salita alla Golden Rock, a circa 1200 metri di altezza, si fa in due tappe, la prima su un camioncino con delle panchine in legno sul cassone,  che parte solo quando tracima di turisti, mentre la seconda ripida tratta si fa a piedi, oppure comodamente seduti su una costosa portantina portata da quattro persone. Noi saliamo a piedi, ma una grossa comitiva di cinesi di Taiwan è salita con le portantine, non finivano più di passare… immagino che quando i cinesi (della Cina) potranno viaggiare all’estero, sarà ovunque un’invasione.

Arrivati in alto, dopo tutta la fila interminabile di bancarelle dove viene venduto qualsiasi tipo di cibo assolutamente improponibile, abbiamo la brutta sorpresa: la Golden Rock è tutta coperta per restauro. Ogni tre anni il manto dorato che la ricopre deve essere ridipinto: che sfiga! Siamo così delusi che ci rifiutiamo di pagare la tassa governativa di 6$ per camminarci intorno, per di più a piedi nudi e sui lerci pavimenti pieni di cacche di piccione. Insistiamo con la biglietteria per dire che non ha senso farci pagare il prezzo intero, ma non si smuovono. Neanche noi.

Riscendiamo su strade immerse nella fitta vegetazione tropicale, con grilli e cicale che accompagnano il gracchiante rumore del pick up. Ormai è buio. Cerchiamo un internet per pubblicare e un ristorante per mangiare, entrambi deludenti. Meglio andare a letto e dormirci sopra. Domani si torna finalmente a Yangon. 

La tenuta vinicola Red Mountain Estate sul Lago Inle
Così si viaggia in Birmania...sui cassoni dei camion
E così si sale alla Golden Rock

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