Sorprende non poco trovare nell’Israel
Museum, il più grande e il più prestigioso museo di Gerusalemme, una sinagoga
di Vittorio Veneto (TV) che risale al 1700, trasportata via mare e ricostruita
qui nel 1965. E’ la più bella e la più importante delle tre sinagoghe europee
presenti in questo museo. Misura circa 10 metri di lunghezza e 5 di larghezza,
abbellita da stucchi con motivi floreali, all’ingresso presenta il podio (bimà)
ricavato in una nicchia rivestita in noce, mentre sulla parete opposta vi è
l’arca (aròn).
A completare il quadro della presenza
trevigiana nella Città Santa c’è la sinagoga di Conegliano Veneto (TV),
smontata negli anni ’50 e ricostruita nella parte nuova della città, poco
lontano dalla Porta di Damasco. A differenza della precedente, che si trova in
un museo, questa sinagoga è attualmente in uso ed è il punto di riferimento di
tutta la comunità italiana che conta circa 700 ebrei in città e 15.000 in tutta Israele.
I riti vengono officiati anche in italiano. L’ingresso è a pagamento (25 shekel
= 5,5 €) e permette di vedere il piccolo museo annesso con diversi manufatti
ebraici, sempre provenienti dall’Italia.
Le due sinagoghe sono state portate
via dall’Italia perché erano completamente inutilizzate dalla Prima Guerra
Mondiale. Alcuni arredi di quella di Conegliano sono presenti nel museo ebraico
di Venezia. Interessante è la storia di queste due piccole comunità (quella di
Vittorio Veneto non ha mai superato i 50 componenti) che hanno comunque lasciato
il segno.
Già nel XIV secolo vivevano ebrei a
Vittorio Veneto. Una Ducale del 1398, conservata nell’Archivio di Stato di
Venezia, ribadiva la necessità di controllare i loro traffici, ma è solo nel
1597 che il vescovo Marc’Antonio Mocenigo, principe della città, in un momento
di crisi economica, propose a Misser
Israel Ebreo da Conegliano voler far Banco in questa Città, con avvantaggio di
quello che fanno altri Eberi in altri luochi circonvicni, e con minor danno de’
poveri [...], concede Sua Signoria Illustrissima e Reverendissima licenza, e dà
autorità a detto Misser Isarel, a suoi Eredi, Famigliari, e Fattori a poter far
banco in essa per anni dieci continui.
La famiglia Conian tenne Banco per 160
anni continui (con tassi di prestito intorno al 20%) e fece crescere la
comunità vittoriose soprattutto nel XVIII secolo. Si trattò di una presenza
accettata, anche se sottoposta a rigidi regolamenti, come dimostrano le
disposizioni dei sinodi sei-settecenteschi: erano limitati i riti religiosi,
vietata la costruzione di nuove sinagoghe e l’esercizio di cariche pubbliche,
così come l’unione in matrimonio con cristiani. Inoltre gli ebrei erano
costretti ad indossare un berretto rosso durante i viaggi e a partecipare alle
cerimonie cristiane.
Mentre a Vittorio Veneto non rimane
nulla della presenza ebraica, se non il cimitero rinchiuso da mura, nel ghetto
della vicina Conegliano si trovano ancora palazzi con lapidi scritte in ebraico
e il vecchio cimitero di libero accesso sulla collinetta Cabalàn. Per arrivarci
si prende la via del vecchio ghetto fino alla chiesa della Madonna del Carmine,
girando poi a destra.
Conegliano fu sempre più tollerante
con gli ebrei rispetto a Vittorio Veneto, ma bisognò attendere il 1866 e la
fine della dominazione austriaca, perché l’emancipazione dei trenta ebrei
coneglianesi si rivelasse totale: Marco Grassini, esponente di una delle famiglie
ebraiche più in vista, divenne sindaco per undici anni, seguito da Amedeo
Laudadio a capo del vicino comune di San Fior.
Nel 1749 nacque nel ghetto di Ceneda (Vittorio Veneto) Lorenzo Da Ponte, celebre librettista di Mozart e divulgatore della lingua e della letteratura italiana in America.
Nel 1749 nacque nel ghetto di Ceneda (Vittorio Veneto) Lorenzo Da Ponte, celebre librettista di Mozart e divulgatore della lingua e della letteratura italiana in America.
Nell’Israel Museum, il più grande e il più prestigioso museo di Gerusalemme, è esposta la sinagoga di Vittorio Veneto (TV) che risale al 1700 |
La sinagoga di Conegliano è attualmente in uso a Gerusalemme ed è il punto di riferimento di tutta la comunità italiana che conta circa 700 ebrei in città e 15.000 in tutta Israele |
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